GUIDA GRAMMATICA ITALIANA


LA PREPOSIZIONE

Cliccare sui seguenti link per andare subito alle altre due sezioni: congiunzione, interiezione (o esclamazione).

La preposizione (dal latino prae, avanti; e positionem, posizione) è quella particella invariabile del discorso che si prepone a nomi (?), aggettivi (?), pronomi (?), avverbi (?) e infiniti (?) per formare i complementi (?), cioè per stabilire un rapporto tra le parole.
La preposizione può essere formata da una sola parola, oppure da più parole; in quest'ultimo caso si chiama locuzione prepositiva.

Le preposizioni si possono distinguere in tre tipi:

  • preposizioni proprie: quelle che nel discorso hanno solo valore di preposizione. Esse sono: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra. Queste preposizioni semplici si uniscono spesso con l'articolo, formando le preposizioni articolate;
  • preposizioni improprie o avverbiali: quelle costituite da altre parti del discorso (avverbi, aggettivi, participi (?) e anche nomi o forme verbali) che possono acquistare valore di preposizione;
  • locuzioni prepositive: sono nessi formati da avverbi e preposizioni, da sostantivi e preposizioni o da gruppi preposizionali.

Preposizioni proprie

Alcune preposizioni proprie si uniscono spesso con l'articolo (?) in una sola voce, formando le preposizioni articolate:

Preposizioni articolate
 illol'laiglile
dideldellodell'delladeideglidelle
aalalloall'allaaiaglialle
dadaldallodall'dalladaidaglidalle
innelnellonell'nellaneineglinelle
susulsullosull'sullasuisuglisulle

Anche le preposizioni con e per si fondono incontrandosi con gli articoli (?) il e i, formando le preposizioni articolate col, coi, pei.
Non si fondono bene, invece, con gli articoli lo, la, gli, le, e pertanto è da evitare di scrivere collo, colla, cogli, colle; pello, pella, pegli, pelle.

Le preposizioni tra e fra si usano indifferentemente, badando però a non collocare l'una o l'altra forma dove possa generare cacofonia: ad esempio, fra tre persone, tra fratelli.
Queste preposizioni indicano separazione nello spazio o nel tempo, una posizione di mezzo e vari tipi di relazione tra due termini. Introducono quindi i seguenti complementi:
a) - luogo: vive fra (tra) quattro muri;
b) - tempo: partirò fra cinque giorni; tra poco sorgerà il sole;
c) - relazione: ci accordammo tra noi soci; fra amici si va d'accordo;
d) - partizione: tra loro due non so chi scegliere; era il migliore tra tutti noi.

Le due forme, quando reggono un pronome personale (?), si uniscono alla preposizione (?) di, ma non obbligatoriamente: tra di noi, fra di loro (ma anche: tra noi, fra loro).

Si ricorda che le preposizioni articolate (?) seguono le norme dell'elisione (?) e del troncamento (?) degli articoli.


Preposizioni improprie

Preposizioni improprie o avverbiali
locative sopra, sotto, dentro, fuori, vicino, lontano, davanti,dietro, presso, verso, oltre, attraverso, lungo
temporali prima, dopo, durante, entro, avanti, oltre
esclusive senza, eccetto, tranne, fuorché, salvo
altri valori contro, incontro, insieme, malgrado, nonostante, secondo, circa

Non tutte le preposizioni improprie o avverbiali reggono il termine direttamente; molte hanno bisogno della cooperazione delle preposizioni proprie.
Le preposizioni sopra, sotto, dentro, dietro, presso, dopo, avanti, contro, senza, quando reggono un pronome personale o dimostrativo, vanno di regola unite alla preposizione di: sopra di noi, dentro di me, dietro di voi, ecc.
Alcune preposizioni avverbiali si possono unire alla preposizione a, qualunque sia la parola che reggono: dentro al cestello, avanti al negozio, rasente al recinto.

Si vedano nella sottostante tabella alcuni usi più frequenti.

Preposizioni improprie
contro tutti

corrente

la legge

alla legge (raro)

di te
davanti o innanzi all'edicola

l'edicola (raro)

a noi
dentro casa

il cassetto

al cassetto

nel cassetto (raro)

di me
dietro la casa

alla casa

di te
dopo pranzo

le vacanze

di voi
fuori porta

le mura

dalle mura

dai piedi

di qui

di me
insieme o assieme a te

con te (nell'uso parlato)
oltre il fiume

confine

a ciò

a noi
presso la stazione

al ruscello (raro)

di te
senza vino

il cappello

di te
sopra o sotto il tavolo

al tavolo (più raro)

di noi
vicino a Roma

Roma (raro)

a te


Locuzioni prepositive

Le locuzioni prepositive sono nessi formati dall'unione di avverbi (?) e preposizioni, di sostantivi e preposizioni o di gruppi preposizionali.
Si veda la seguente tabella.

Locuzioni prepositive
avverbi con preposizioni
accanto a, vicino a, davanti a, innanzi a, lontano da, invece di, insieme con, assieme a, prima di, di qua da, di là da, al di là di, ecc. Ci siamo visti vicino a Pasqua.

Era davanti a me.

Verrò io invece di mio fratello.

E' venuto assieme alla moglie.

Tu venivi a scuola insieme con i tuoi compagni.

Non ti aspetto prima di domani.
sostantivi con preposizioni
a fianco di, al cospetto di, all'insegna di, in faccia di, in cima a, nel mezzo di, in capo a, fino da, a causa di, per motivo di, in conseguenza di, a forza di, per mezzo di, per opera di, a meno di, al pari di, in mezzo a, a dispetto di, a favore di, in base a, in considerazione di, per conto di, in quanto a, in confronto a, in cambio di, invece di, ecc. Egli sedeva a fianco del presidente.

Cenammo all'insegna del leone.

Ardevano le cime verdi in faccia al palazzo.

Nel mezzo della piazza sorge la stele dei caduti.

A causa del maltempo è stata rimandata la partenza.

Lo trattavano al pari di uno scolaretto.

Faccio volentieri a meno di te.

E' indetta una lotteria a favore dei non vedenti.

Fu scarcerato in considerazione della sua buona condotta.

Invece di studiare si diverte.
gruppi preposizionali
di tra, su per, fino a, sino a, fin da, sin da Di tra i rami si scorgeva la vetta innevata.

Salimmo su per la china del monte.

Ti accompagno sino a casa.

E' ricoverato fin da ieri.


Uso della preposizione

L'uso delle preposizioni non è sempre facile, come dimostra il seguente elenco:

lampada di ferrononlampada in ferro
rilegatura di pelle   »rilegatura in pelle
abito di lana   »abito in lana
vestire di grigio   »vestire in grigio
tingere di giallo   »tingere in giallo
studente di lettere   »studente in lettere
commerciante di stoffe   »commerciante in stoffe
festa di ballo   »festa da ballo (ma sala da ballo)
biglietto di visita   »biglietto da visita
macchina per cucire   »maccina da cucire
a poco a poco   »poco a poco
a mano a mano (o man mano)   »mano a mano
la mattina   »alla mattina
una volta il mese   »una volta al mese
un tizio di nome Giovanni   »un tizio a nome Giovanni
pasta col sugo   »pasta al sugo
torta di cioccolata (o man mano)   »torta alla cioccolata
per mezzo di (mediante un telegramma   »a mezzo d'un telegramma
di là dai monti   »al di là dei monti
un tizio di nome Giovanni   »un tizio a nome Giovanni
è troppo bello perché sia vero   »è troppo bello per essere vero
finì con l'arrabbiarsi   »finì per arrabbiarsi
insieme con un amico   »insieme a un amico
uova con il burro   »uova al burro
carne sullo spiedo   »carne allo spiedo


Preposizioni e suffissi.

Tra preposizioni e suffissi c'è una grande affinità. La derivazione aggettivale è, infatti, spesso il risultato di trasformazione di costrutti con preposizioni.
Ecco alcuni esempi:

a) suffissi di correlazione: -ale, -are, -ico, -ario
- comunale = del comune
- familiare = della famiglia
- toracico = del torace
- ferroviario = della ferrovia

b) suffissi indicanti proprietà: -oso
- oleoso = che ha le proprietà dell'olio

c) suffissi indicanti provenienza: -ese, -ino
- bolognese = di Bologna
- perugino = di Perugia

d) suffissi indicanti modo: -esco
- militaresco = tipico dei militari


Preposizioni e avverbi.

Osserviamo le frasi: abita sopra, abita sopra il negozio.
Nella prima frase sopra è avverbio, perché precisa solo il significato del verbo abita e non ha dopo di sé alcun complemento; nella seconda frase, sopra è invece preposizione, perché mette in relazione tra loro le parole abita e negozio.
Così: il cane è sotto (preposizione) la tavola e lo zio abita sotto (avverbio); ci andremo insieme (avverbio), ci andremo insieme con (locuzione prepositiva) voi.

Come distinguere i casi in cui parole quali sopra, sotto, davanti, dietro, insieme, ecc. sono usate come avverbi o come preposizioni? Basterà ricordare che sono avverbi quando non hanno nessun complemento, sono preposizioni quando hanno dopo di sé un complemento, quando cioè precedono un nome, un pronome, o un infinito.

Usi delle preposizioni : clicca qui

LA CONGIUNZIONE

La congiunzione è quella parte invariabile del discorso che serve ad unire due o più elementi simili di una proposizione (?) o più proposizioni in un periodo.
Le congiunzioni si distinguono secondo la forma e secondo la loro funzione.

1) Secondo la forma sono:
a) semplici, quando sono costituite da una sola parola semplice: e, o, ma, né, anzi, ecc. se, come, che, quando;
b) composte, se sono formate da una parola composta: oppure (o-pure), perché (per-che), poiché (poi-che), purché (pur-che), affinché (al-fine-che), siccome (sì-come), ecc.
c) locuzioni congiuntive, quando sono espresse con più parole distinte: dopo che, prima che, sino a che, ogni volta che, tutte le volte che, non appena che, per il fatto che, nonostante che, per la qual cosa, in modo che, anche se, ecc.

2) Secondo la funzione si dividono in coordinative e subordinative.


Le congiunzioni coordinative

Le congiunzioni coordinative uniscono due o più elementi di una proposizione o due proposizioni, senza fissarne un raporto di dipendenza. Si distinguono in:

  • aggiuntive, se aggiungono un concetto al precedente; esse sono: anche, altresì (nel senso di parimenti), inoltre, per di più, ancora, pure. Ad esempio: Gli dissi altresì che lo avevo cercato. Lavoravano, pure cantavano. Pioveva e per di più soffiava un forte vento.
  • avversative, se contrappongono due termini o proposizioni; esse sono: ma, anzi, però, tuttavia, peraltro, pure, sennonché, nondimeno, eppure, piuttosto. Ad esempio: Sembra, ma non è. Voleva partire, eppure rimase. Mi sento affaticato, tuttavia continuo a lavorare. Sarà vero, però non ci credo. Sebbene non lo meriti, nondimeno l'aiuterò.
  • conclusive (o illative), se servono a concludere ciò che si è detto; esse sono: dunque, quindi, perciò, pertanto, ebbene. Ad esempio: Penso, dunque sono. Avete fatto tutti i compiti, quindi potete andare a giocare. Hai mancato alla promessa, pertanto sarai punito.
  • copulative (?), se si limitano ad una semplice unione di termini; esse sono: e, ed, anche, inoltre, pure, ancora, ecc. (nelle proposizioni affermative); né, neppure, neanche, nemmeno (nelle proposizioni negative). Ad esempio: Padre e figlio. Io parto e tu resti. Non ha mangiato né ha bevuto. Non venne e nemmeno si scusò.
  • correlative, se servono a congiungere oppure a staccare due proposizioni in correlazione fra di loro; esse sono: e ... e, né ... né, così ... come, tanto ... quanto, o ... o, sia ... sia, non solo ... ma anche, ora ... ora. Ad esempio: O si vince o si muore. Parlò a tutti, sia ai sani, sia ai malati. Non mi ha detto né sì né no.
  • dichiarative, se dichiarano e spiegano un'idea; esse sono: cioè, vale a dire, infatti, invero, ossia. Ad esempio: Non ho potuto far nulla, cioè non sono riuscito. Non potè trattenersi, invero era troppo tardi. Non posso replicare nulla, infatti hai ragione.
  • disgiuntive, che disgiungono gli elementi della proposizione o pongono un'alternativa; esse sono: o, ovvero, oppure, ossia; ad esempio, o la borsa o la vita; vieni oppure telefonami.
Le congiunzioni coordinative
Specie : aggiuntive
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
pure inoltre (eziandio), ancora, altresì oltre a ciò, oltre che
Specie : avversative
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
ma, però, pure, mentre, anzi invece, tuttavia non di meno, pur tuttavia, ciò nonostante, non pertanto, del resto, per altro, ecc.
Specie : conclusive
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
dunque, però, quindi, onde perciò, pertanto, ebbene, laonde per il che, per la qual cosa
Specie : copulative
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
e, pure, né, inoltre, ancora, neppure, neanche, nemmeno  
Specie : correlative
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
e... e..., né... né..., o... o..., come... così, sia... sia..., sia... che, quanto... tanto..., quale... tale   non solo... ma anche, non solo, non... ma neppure, tanto più... quanto più, ecc.
Specie : dichiarative
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
  infatti, difatti, cioè, invero, ossia vale a dire, voglio dire, cioè a dire, ecc.
Specie : disgiuntive
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
o ossia, ovvero, oppure  


Le congiunzioni subordinative

Le congiunzioni subordinative mettono in relazione di dipendenza le proposizioni subordinate rispetto alle reggenti (?). Si distinguono in:

  • dichiarative, se introducono una proposizione dipendente soggettiva, oggettiva o dichiarativa (?); esse sono: che, come. Esempi: Crediamo che tu sia buono. Ti dico che sarai premiato. Gli avevano detto come avrebbe dovuto comportarsi con i superiori.
  • temporali, se servono a introdurre una proposizione temporale (?); esse sono: quando, allorché, allorquando, tostoché, subito che, appena che, dopo che, mentre, dal tempo che, sino a che, finché, ogni volta che. Ad esempio: Vieni pure quando vorrai. Ti prometto di aiutarti finché vivrò.
  • causali, se introducono una proposizione causale (?); esse sono: perché, giacché, siccome, dacché, che, per il fatto che, visto che, ritenuto che, considerato che, atteso che. Esempi: Non vengo perché sono stanco. Poiché so che ti farà piacere, ti mando questo mio libro.
  • finali, se introducono una proposizione finale (?); esse sono: affinché, perché, che, acciocché. Ad esempio: Ti ammonisco affinché tu possa migliorare. Te lo spedisco perché tu lo possa esaminare attentamente.
  • concessive, che introducono una proposizione concessiva (?); esse sono: benché, ancorché, sebbene, seppure, quantunque, per quanto, malgrado che, nonostante che, tanto più che. Ad esempio: Benché tu sia stanco, ora devi partire. Nonostante fosse malato, terminò egualmente il lavoro.
  • avversative, se introducono una proposizione avversativa (?); esse sono: mentre, laddove. Esempi: Stava zitto mentre avrebbe dovuto parlare. Parlò molto laddove avrebbe dovuto tacere.
  • dubitative, se esprimono dubbio; esse sono: se, che. Ad esempio: Non so se verrò. Temo che sopraggiunga qualche complicazione. Dubito che non arrivi in tempo.
  • modali, se introducono una proposizione di modo (?); esse sono: come, come se, quasi che, senza che, come quando, comunque, nel senso che. Ad esempio: Ho fatto come tu volevi. L'amavo quasi fosse mio fratello. Comunque faccia, farà bene. Cammina piano, senza che si senta.
  • comparative, se servono ad introdurre una proposizione comparativa (?); esse sono: più ... che, meno ... che, meglio ... che, peggio ... che, più ... che non, più di quello che, tanto più...quanto più. Ad esempio, Quell'uomo è più buono che non sembri. La spesa è più alta di quello che si pensava. Io lavoro tanto quanto tu studi.
  • consecutive, se introducono una proposizione consecutiva (?); esse sono: sì ... che, così ... che, talmente ... che, tanto ... che, al punto ... che, tanto da, in modo da. Ad esempio: Ero così stanco che mi addormentai subito. L'idea era talmente sbagliata che non ritenni necessario replicare. Sono arrivato tardi, di modo che non l'ho potuto salutare.
  • condizionali, se introducono una proposizione condizionale (?); esse sono: se, purché, qualora, a condizione che, caso mai, sempre che, posto che, premesso che, dato (posto) il caso che, nel caso che, a meno che. Ad esempio: Se obbedirai, sarà meglio per te. Purché sia lecito, fa come ti pare. Qualora non mi rispondesse, non gli scriverò più.
  • eccettuative, se servono ad introdurre fra due concetti un rapporto di esclusione (?); esse sono: fuorché, tranne, eccetto che, salvo che, altro che. Ad esempio: Non so altro che questo. Tutti lo sapevano eccetto che noi. Capisce bene tutto fuorché la matematica.
  • interrogative, se introducono una proposizione interrogativa (?); esse sono: se, come, perché, quando (e gli avverbi dove e quanto). Ad esempio: Dimmi perché non hai risposto. Voglio sapere quanto hai speso. Ti chiedo quando verrai a trovarci. Diteci dove pensate di andare.

Attenzione a non confondere il che congiunzione (?) con il pronome relativo di eguale forma (?). Per distinguerli, basta sostituire la parola che con il quale, la quale, i quali, le quali. Se la sostituzione non è possibile, vuol dire che si tratta di una congiunzione. Ad esempio, Stai attento che non ti faccia male; qui si tratta della congiunzione, poiché non avrebbe senso la frase stai attento il quale non ti faccia male.

Occorre ricordare che fanno ufficio di congiunzione anche gli avverbi locali relativi dovunque, dove, onde, donde.

Quando si debbano congiungere due termini di una proposizione negativa, o due proposizioni negative tra loro, invece della congiunzione e si deve adoperare la congiunzione . Ad esempio, non è la prima né la seconda volta; ha raccomandato di non fiatare né muoversi per nessuna ragione; il mio debole parere sarebbe che non vi fossero né sfide, né portatori, né bastonate (Manzoni).

La congiunzione che può essere sottintesa nelle proposizioni soggettive (?) od oggettive (?). Ad esempio, Mi dicono tu sia laborioso ed onesto; il tuo lavoro pare sia stato apprezzato; credo non ci sia più nulla da fare; credevo si fosse ravveduto.

La maggior parte delle congiunzioni deve stare sempre all'inizio della proposizione che servono ad introdurre. Le congiunzioni anzi, però, ancora, bensì, dunque, infatti, al contrario, almeno, non di meno, tuttavia si possono mettere anche dopo le prime parole di tali proposizioni. Ad esempio, dicevamo dunque... ; sarebbe bene tuttavia... ; potremo dire almeno... ; le passioni al contrario..., ecc.

Le congiunzioni subordinative
Specie : causali
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
ché perché, giacché, poiché, siccome, perocché, ecc. per il fatto che, dato che, visto che, dal momento che, ecc.
Specie : comparative
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
che   così come, più che, meno che, altrettanto che, ecc.
Specie : concessive
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
  benché, sebbene, quantunque, ecc. quand'anche, per quanto, anche se, malgrado che, ecc.
Specie : condizionali
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
se, ove, quando purché, qualora, seppure in caso che, a meno che, a condizione che, ecc.
Specie : consecutive
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
che cosicché, sicché, talché così che, tale che, tanto che, di modo che, ecc.
Specie : dichiarative
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
che, come    
Specie : dubitative
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
se, che    
Specie : eccettuative
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
  fuorché, senonché, nonché, tranne eccetto che, salvo che, senza che, solo che, ecc.
Specie : finali
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
che, onde   perché, affinché, acciocché, ecc.
Specie : interrogative
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
se, come perché se non
Specie : modali
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
come, quale, così siccome, comunque secondo che, altrimenti che, senza che, ecc.
Specie : temporali
Semplici Composte Locuzioni congiuntive
mentre, che, come, quando allorché, finché, dacché, appena, allorquando, ecc. appena che, tosto che, prima che, dopo che, fino a che, subito che, ecc.


Aspetti funzionali della congiunzione

Fra gli aspetti funzionali della congiunzione va segnalato il caso di preposizioni col compito di congiunzioni subordinative:

  • di + infinito: ti dico di parlare, vi prego di tacere, mi rallegro di aver vinto, ti proibisco di fumare ecc.; ci semba di aver capito, si prega di tacere, ecc.;
  • a + infinito: vi esorto a studiare, ci indussero a venire, fa bene a studiare, fa male a biasimarci, ecc.;
  • da + infinito: è tanto studioso da suscitare l'ammirazione di tutti;
  • in , su, dopo, prima + infinito: nel parlare si impappina; sullo scadere del tempo gli azzurri segnarono; prima di parlare rifletti;
  • con + infinito: con lo sbagliare s'impara;
  • per + infinito: ti sgrido per aiutarti; fu incolpato per aver taciuto i fatti;
  • senza + infinito: senza dire una parola uscì.

L' INTERIEZIONE

L'interiezione o esclamazione non è propriamente una parte del discorso, ma è una sua parte invariabile che serve ad esprimere sentimenti e sensazioni improvvisi di meraviglia, di allegria, di dolore, di sdegno, di ironia, di desiderio, di preghiera e simili. Il suo valore si comprende dal contenuto, dal tono della voce, dalla mimica di chi parla.

Le interiezioni (o esclamazioni) possono essere:
a) semplici, e sono quelle formate da vocale seguita dalla lettera h o da due vocali (?) con in mezzo la h, sempre con il punto esclamativo (ah! ahi! eh! ehi! ih! oh! ohe! òhi! uh! uhi!). Sono pure interiezioni semplici quelle costituite da vocali e consonanti (?) o da parole semplici: ad esempio, ah! èh! éh! ih! oh! uh!; ahi! èhi! ohi uhi!; olè! de mah! ehm! auff! urrà! puah!; magari! capperi! caspita! peccato! bene! bravo! viva!, ecc.
b) composte, e sono quelle formate da una parola composta: ad esempio, ahimè! ohimè! orsù! suvvia! addio! perdinci! perbacco! eccome!, ecc.
c) locuzioni esclamative, e sono quelle formate da più parole: ad esempio, Povero me! Beato te! Alto là! Al ladro! All'armi! Che guaio! Dio mio! Corpo di bacco!, ecc.

Di solito, l'interiezione è seguita dal punto esclamativo, che può anche essere collocato alla fine della frase: Cattivo!, non hai pietà neppure di tua madre. Ahimè, in che stato sono ormai ridotto! (forma preferibile).

Va tenuto presente che, se l'interiezione o esclamazione è formata da una sola vocale oppure da una consonante, la lettera h va posta dopo la vocale o la consonante (ad esempio, oh!). Se essa è formata da due vocali, la lettera h va collocata in mezzo (ad esempio, ahi!).
Inoltre, se l'interiezione o l'esclamazione è seguita da un punto esclamativo (?), non sempre è necessario far seguire la lettera maiuscola, soprattutto quando il discorso continua e l'esclamazione ne è parte integrata organicamente (ad esempio, Perbacco! non ci avevo pensato., frase che può essere scritta anche sostituendo il punto esclamativo con la virgola).
Per una corretta ortografia e pronuncia, non va dimenticato che - come si nota negli esempi sopra citati - le interiezioni ahimè, ohibò, ohimè richiedono l'accento grave (cioè quello che scende dall'alto verso il basso).

La funzione di interiezione o di esclamazione viene svolta anche dai nomi (?), dagli aggettivi (?), dai verbi (?), dagli avverbi (?):
- i nomi: ad esempio, coraggio! animo! accidenti! silenzio! diavolo! guai! peccato!
- gli aggettivi: ad esempio, bravo! zitto!
- gli avverbi: ad esempio, bene!, ecco! abbasso! presto! via!
- i verbi: ad esempio, viva! evviva!

Un tipo particolare di interiezioni è costituito dalle forme onomatopeiche, che imitano i versi degli animali o i suoni: miau, miao, gnao, bau bau, gre gre, chicchirichì, piopio; patatrac!, tic-tac, bum-bum, pan-pan, din don, din din, tuf-tuf.